Sentiero delle Gallerie

DESCRIZIONE SENTIERO

Dal Cornon si prosegue per il sentiero panoramica e, al primo bivio dopo circa 50 metri, si gira a sinistra. Percorso dal fondo largo con pavimentazione prevalente a sassi, presenta diversi tornanti che rendono la salita più leggera, quasi al termine di questo sentiero si passa sotto a due corte gallerie. Distanza totale di 1180 metri, dislivello di 261mt e un tempo di percorrenza di 60 min.

DESCRIZIONE STORICA

Tra il 1917-1918 l’esercito italiano, riprendendo per mano i suoi piani di difesa volle rafforzare la sua linea di resistenza, moltiplicando sul Grappa e intorno al Grappa, carrozzabili, mulattiere, teleferiche, posti di osservazione, di rifornimento, di vettovagliamento, per trasformare la nostra montagna nel più gigantesco bastione bellico di difesa e offesa.

Durante la prima guerra mondiale il Grappa è stato testimone di cruente battaglie ma anche di numerose opere di fortificazione e difesa. Già all’inizio del pendio della montagna si possono scorgere numerose opere belliche, soprattutto trincee e gallerie ma anche postazioni di guardia. In particolare lungo questo sentiero si attraversano due gallerie e, nel fianco della montagna si scorgono entrate di gallerie che affiancano il sentiero. Quando la guerra imperversava nel monte Grappa qui si trovavano i posti di ristoro, di rifornimento e gli ospedali di retrovia. Mentre nella prima linea si combatteva, nelle retrovie si cercava di curare i feriti che arrivavano sopra a slitte per sentieri ormai impregnati di rosso del sangue versato. Negli ultimi anni della prima guerra mondiale Pove venne scelto come campo di acquartieramento di un gruppo di soldati speciali: gli Arditi del IX reparto d’ assalto. Soldati scelti e indomiti che andavano all’assalto delle postazioni più imprendibili col pugnale tra i denti e lanciando bombe a mano! Durante l’acquartieramento alloggiavano nelle case del paese e aspettavano il ritorno in prima linea esercitandosi nelle aree di addestramento. La presenza di questi soldati ha lasciato nei Povesi un ricordo indelebile, commemorato anche con la cittadinanza onoraria agli arditi dell’allora Maggiore Messe nel 1920.