Sentiero del Brenta

DESCRIZIONE SENTIERO

Pista ciclabile pianeggiante con carreggiata larga ben tenuta, che costeggia il fiume Brenta collegando i territori del Bassanese e della Valsugana.

DESCRIZIONE STORICA

Il Brenta è sempre stato di grande importanza per tutto il territorio da lui attraversato fin dai tempi più antichi, ma ha rappresentato anche un grande pericolo in quanto ha creato diversi problemi per le numerose piene “Brentane” che per diversi secoli ha inondato e distrutto campi, coltivazioni e abitazioni. Si ha nota già nell’ottobre del 589 quando per le esondazioni dei fiumi tutto il Veneto fu allagato. I registri parrocchiali narrano che nel 1753 vicino alla chiesa di San Bortolo la violenza delle acque portò via 7 donne e 2 uomini, tutti povesi, uccidendoli.

La forza delle sue acque veniva utilizzata come motrice di numerose fabbriche: “innumerevoli sono poi le attività che ridondano dall’acqua del Brenta. Imperocchè esse volgono, spingono, animano cento edifizij d’ogni maniera, molini, magli da batter ferro e rame, seghe, cantiere, folli di panno, pesta sassi per le inverniciature delle porcellane, delle terraglie, e specialmente i magnifici torcitoi degli orsogli per filare la seta”.

Le stesse acque provvedevano a trasportare zattere cariche di prodotti lavorati e poi commercializzati come il legame e il carbone, dai paesi della vallata diretti a Bassano, Padova e Venezia. Queste zattere erano lunghe 4-5 mt con all’estremità due paia di lunghi remi che erano incernierati sui postelli. Alla partenza uno stimador pubblico controllava il legname e la merce caricata, ne registrava la quantità, qualità, provenienza e destinazione, riscuoteva i dazi e rilasciava allo zatteriere una bolla di accompagnamento. A Pove già nel 1288 sono documentati i molini di Fiozente lungo il Brenta e, qualche secolo più tardi, molini e segherie in contrada “Sega”. Nel 1700 l’economia principale di Pove era l’agricoltura con frumento, sorgo, uva, pomelle (olive). Oltre alla vite e all’olivo, la pianta più amata era il Gelso per il fogliame che dava nutrimento ai bacchi da seta. Diverse famiglie lavoravano la seta con l’allevamento di filugelli, e la tessitura in casa o nel filatoio comunale in riva al Brenta. Famose erano nostre tessitrici.

Chiesa di S.Bartolomeo o Bortolo

È situata sulla riva sinistra del Brenta, poco a sud della contrada “Boschi”, in corrispondenza di un guado. Una delle numerose chiese campestri che i Benedettini erano soliti costruire lungo le principali arterie. Infatti si trovava vicino all’intersezione tra la Strada Imperiale o Regia che portava in Germania e la Pedemontana che serviva i territori dal Piave al Brenta. Esisteva nel X secolo: Berengario I° nel 915 la donava al Vescovo di Belluno come dipendenza della Pieve di Mussolente. Allora si chiamava S.Bartolomeo della Nave. Nel 1800, dato il suo stato di degrado, viene dichiarata inagibile. Solo nel 1929 la famiglia Rubbi di Bassano la acquista e la restaura restituendola al culto nel 1937. La piena del Brenta nel 1966 spazzerà via il protiro, mentre i preziosi affreschi verranno portati in salvo al Museo di Bassano. È l’unica chiesa del territorio che conserva l’architettura antica.